Quando nel 2003 decisi di tornare a cantare (pochi sanno che da ragazzo, insieme ad alcuni amici d’infanzia, formai un “complesso” che chiamai “Gli Athànatoi”, dal greco antico “Gli Immortali”, di cui ero la voce solista) per portare in scena spettacoli di “teatro canzone” dedicati agli “chansonnier” francesi, a Fabrizio De André, a Piero Ciampi, a Luigi Tenco e, in generale alla canzone d’autore, chiesi all’amico, nonché storico collaboratore in