Ho conosciuto Luigi Di Tofano intorno alla metà degli anni Novanta, quando mi telefonò per iscriversi ad un mio corso di teatro, che frequentò con esemplare dedizione ed interesse e con profitto. Da allora ebbe inizio un rapporto di conoscenza e di frequentazione che, in breve tempo, si trasformò in una costante e proficua collaborazione artistica (Luigi dal 2001 fa ufficialmente parte della Compagnia) e in una lunga e sincera amicizia. Luigi (nelle foto compare in veste di attore e di tecnico insieme a me e a Stefano e Dario Spallotta) è una persona dai multiformi interessi e il suo eclettismo è veramente singolare: studioso di filosofia, tecnico delle luci e del suono, attore, presentatore e, ultimamente, Vice Presidente AIS (Associazione Italiana Sommelier) Lazio e relatore nazionale per la comunicazione. Da oltre vent’anni mi supporta egregiamente, con la sua perizia tecnica, nei miei recital, concerti e spettacoli teatrali. La sua testimonianza, oltremodo lusinghiera, mi inorgoglisce e mi imbarazza al tempo stesso. Grazie di cuore.
Amedeo di Sora
<< La saggezza talmudica sempre verificata: “Siamo nani, sulle spalle di giganti”, in Amedeo Di Sora, fraterno amico e Maestro ormai di lunga data, assume la valenza ancor più straordinaria di significati altri, alti e benianamente o-sceni. Non sono mai riuscito infatti e me ne sono sempre compiaciuto, ad inquadrare Amedeo in quelle conosciute, scontate ed ormai consunte categorie artistiche che alla maggior parte dei performer si possono attribuire. Prendendone coscienza con il trascorrere degli anni, rimango sempre più convinto che Amedeo in scena non ha mai finto, perché semplicemente non ne ha mai avuto bisogno. Il teatro lo ha sempre vissuto dentro e fuori dalla scena come una tale connaturata estroflessione del proprio essere a quella dimensione, da risultare homoousios e nume tutelare con il teatro e del teatro stesso. Sono certo di non sbagliarmi nell’asserire che nella sua lunga carriera di performance attoriali, registiche, poetiche ed altro, tutte dimensioni cavalcate con quasi disarmante leggerezza ed al contempo con estrema, attenta e mai casuale né ostentata padronanza, abbia dimostrato nei suoi intenti anche didattici, che si può insegnare e trasmettere vieppiù inconsapevolmente preziosi ed essenziali vissuti teatrali essendo semplicemente se stessi. Con te Maestro, il teatro compie quel salto ontico/ontologico di heideggeriana memoria che parte dall’ente/ esserci per approdare al senso dell’essere. Grazie Amedeo, grazie davvero, non dico altro, non ce n’è bisogno, preferisco invece consegnare a coloro che, come me beneficiano della tua amicizia, il privilegio di salire sulle tue spalle, per cercare di sporgersi ulteriormente al di là del tuo noumenico orizzonte, asintotico traguardo e destinare alla coltre misteriosa dell’universo che un giorno tutti noi accoglierà, la fulgida stella che per tutti noi rappresenti e sempre rappresenterai anche in quell’iperbolico, eterno meriggio che eccede la terrestre caducità. Con gratitudine.>>
Luigi Di Tofano