Quarantennale testimonianza di Maura Ragazzoni

Ho conosciuto Maura Ragazzoni negli anni novanta, grazie a Gualberto Alvino, mio sodale ai tempi dell’ università, entrambi studenti di Lettere alla Sapienza di Roma. L’amico Gualberto, al quale sono debitore di un pregevolissimo saggio critico sulla mia produzione poetica, in quegli anni novanta era, come me, un giovane insegnante di lettere nonché già dotto e raffinato linguista e critico letterario. Fu lui a indirizzare alcune sue allieve, tra cui Maura, ai miei corsi di teatro a Frosinone. Come ella stessa rievoca nella sua affettuosa e lusinghiera testimonianza, Maura partecipò ai miei corsi con grande passione, entusiasmo e desiderio di apprendere l’arte della recitazione. Nel 1999 le proposi di recitare con me in “Paese d’Anima”, uno spettacolo di grande fascino e suggestione “da e su Tristan Corbière”, poeta maledetto dell’ottocento, scritto da me e dall’amico Alfonso Cardamone e i cui esiti scenici furono molto soddisfacenti. Attualmente, Maura si occupa di doppiaggio, in qualità di direttrice del doppiaggio, doppiatrice e dialoghista. Negli ultimi anni ha insegnato educazione vocale, recitazione e tecniche del doppiaggio.

Amedeo di Sora

<<Piena di vita, con lo sguardo rivolto al futuro, di nero vestita, con la cupezza nell’animo e la freschezza adolescenziale nel corpo, prendevo il treno per Frosinone. Insieme a delle compagne di viaggio, sotto la guida del nostro professore di lettere, Gualberto Alvino, ci avventuravamo alla scoperta della vita e del teatro. Percorrevamo un lungo tragitto alla ricerca di un qualcosa in grado di soddisfare la nostra fame d’arte e, incredibilmente, lo trovavamo lì, a Frosinone. I miei chilometri raddoppiavano perché venivo dalla provincia di Roma, tante le ore trascorse sui treni per conoscere la via dell’Appeso. La fatica veniva ripagata da quello che trovavamo tra le mura della sala prove, arroccata nella parte alta della città. Tutto veniva dimenticato appena si varcava la soglia di quel solitario edificio. I seminari di Amedeo erano incredibilmente affascinanti e preziosi per delle giovani come noi, spaziavano dalla dizione, alla recitazione, alla vocalità. La personalità e la sapienza di Amedeo ci spingevano a ritornare. La sua raffinata pedagogia e la sua rara umiltà mettevano in luce un modo di far teatro che poche volte ho trovato. Quando poi, dopo qualche anno, ho collaborato con lui nella compagnia del Teatro dell’Appeso ho apprezzato ancor di più i suoi insegnamenti. Il ricordo più bello che porto con me è l’allestimento di Paese d’anima, tratto dalle poesie di Tristan Corbière, scritto da Alfonso Cardamone e Amedeo di Sora, curatore anche della regia. Quei pomeriggi sospesi nel tempo, in cui ci cucivamo addosso le parole del poeta, riesumando odori e colori delle immagini create dai suoi versi, in cui materializzavamo i nostri personaggi, in un continuo scambio di creatività, rimangono impressi nella mia memoria. Amedeo personificava con la sua voce profonda il poeta, mentre io l’eterno femminino, la dolcezza accompagnata alla spregiudicatezza, fino ad unirci in un’unica entità. Molte persone hanno incontrato Amedeo sul proprio cammino e se la compagnia del Teatro dell’Appeso ha ancora molto da raccontare è perché ha saputo travalicare il tempo e ha saputo seminare con costanza e pazienza>>.

Maura Ragazzoni

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