Quando, nel 1990, Massimo Cusato frequentò il Corso di teatro scolastico che avevo iniziato a condurre nel Liceo Scientifico “Severi” di Frosinone e che ho continuato a curare per 38 anni, era un ragazzo timido e schivo. Ricordo che parlava tenendo gli occhi bassi ma lo faceva con una intensa e sentita partecipazione interiore. Compresi subito che per il teatro Massimo provava una passione profonda. Con il passar del tempo e con il succedersi delle prove, la timidezza (come spesso avviene negli attori più sensibili) si trasformò in intensità espressiva. Massimo ricorda, nella sua testimonianza, le fasi più importanti della sua formazione teatrale grazie alla quale da allievo divenne attore della Compagnia Teatro dell’Appeso, apprendistato che in seguito gli permise di frequentare, dal 1998 al 2000, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” a Roma, di fondare in quegli anni, con altri allievi della “Silvio D’Amico”, la Compagnia “Ygramul Le mille Molte” e , finalmente, di fondare con l’attrice, regista e moglie Monica Crotti, la Compagnia Teatro dei Dis-occupati. Grazie, Massimo, per non avere dimenticato le tue radici.
(Le foto ritraggono Massimo impegnato in un monologo-saggio scolastico al Teatro Nestor, nel saggio finale del primo anno della Scuola di Teatro “Città di Frosinone” dal titolo “La soglia di bronzo” di Alfonso Cardamone e ne “La patente” di Pirandello, insieme con l’indimenticabile amico e sodale Carmine Pecci, nel centro storico frusinate. Erano i primi anni novanta del secolo scorso).
Amedeo di Sora
<< Il Teatro ha fatto parte della mia vita da sempre. Come spettatore, allievo, attore, regista, insegnante. Durante il mio cammino artistico ho avuto la fortuna di incontrare Amedeo e la Compagnia Teatro dell’Appeso. Era la fine degli anni ’80. Studiavo presso il Liceo Scientifico “F. Severi” di Frosinone. Attraverso la mia amica/sorella Barbara ho conosciuto Amedeo e ho cominciato a seguire il suo Corso di Teatro che si teneva all’interno delle aule del Liceo. Poi Amedeo mi propone di entrare in Compagnia. Ricordo ancora le nostre prove fino a tardi ed i miei genitori preoccupati che mi addormentassi sui banchi di scuola il giorno dopo; gli esercizi sulla respirazione, la voce, la dizione. Non avevo ancora 18 anni e già ero entrato a far parte di una famiglia teatrale: Amedeo, Mina, Barbara, Valentino, Davide, Carmine, Paola, Marina, Alfonso, e tanti altri. Poi la Scuola di Teatro al Centro Polivalente di Frosinone e gli incontri con Marcello Sambati, Alfio Petrini, Luciano Brogi (solo per citarne alcuni); gli spettacoli: “Pirandelliana”, “La Patente” al Cinema Teatro Nestor, all’Auditorium Edera e nella piazzetta dentro le mura di Frosinone, di cui non ricordo il nome, due monologhi di Gaber, “La paura” e “Il porcellino” recitati chissà dove ed in quale occasione. Fatico a ricordare tutti i momenti vissuti con l’Appeso, ma sono consapevole che quel tempo trascorso insieme e quella strada tra prove, spettacoli, assistenza alle luci e alla fonica, a distribuire locandine e manifesti, ad assistere Amedeo nell’insegnamento, a respirare l’odore del Teatro in quegli anni, hanno fatto di me una persona più consapevole, un amante del teatro e dell’arte. Sono state le basi e la vera gavetta della mia carriera artistica, proseguita a Roma all’interno della “Silvio D’Amico” e poi al di fuori. Sono passati 40 anni dalla fondazione della Compagnia. Non posso che augurare ad Amedeo e alla Compagnia dell’Appeso ancora un buon cammino e dire un enorme grazie a tutta la mia “vecchia” famiglia teatrale per quanto condiviso, per quel sapore di teatro, poesia, libri, cultura, impegno e gioia che hanno dato un senso enorme a quegli anni. Grazie per questo tuffo nel passato e nei ricordi che sono riaffiorati dopo tanto tempo>>.
Massimo Cusato