
stage teorico-pratico
diretto da Amedeo di Sora
sabato 17 giugno 2017
ore 15:30 – 18:30
c/o Circolo Culturale “Hernica Saxa”
via S. Paolo n° 93 (centro storico)
03012 Anagni (FR)
Lo stage è rivolto ad attori e ad aspiranti attori già in possesso, comunque, di una sia pur minima esperienza teatrale. Essendo il numero degli allievi limitato a non più di 15 unità, qualora si rivelasse necessaria un’opera di selezione, è obbligatorio fornire un curriculum artistico-culturale.
Per informazioni e preiscrizioni, scrivere a: amedeodisora@gmail.com o telefonare al 360.960536.
AMEDEO DI SORA, poeta ed attore-regista teatrale, è direttore artistico della “Compagnia Teatro dell'Appeso” da lui fondata nel 1980 e con la quale ha partecipato a vari festival e rassegne teatrali di carattere nazionale ed internazionale, organizzando, altresì, importanti manifestazioni culturali e spettacolari. Studioso e ricercatore nel campo della vocalità e della verbalità, è stato allievo del Prof. Carlo Merlo già docente di Educazione della Voce presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. d’Amico”di Roma e di Elsa Fonda già docente di Dizione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ha approfondito la sua ricerca sulla vocalità con importanti pedagoghi ed artisti, tra i quali: Andrea De Luca, Germana Giannini, David Haughton, Yves Lebreton, , Kristin Linklater, Cathy Marchand. Svolge da trentacinque anni una costante opera di formazione teatrale.
La tecnica dell’attore è una disciplina interna. Innanzitutto, egli deve trovare un luogo libero dentro di sé, dove il flusso d’energia vitale scorra liberamente. Quindi, occorre che impari la “tecnica” per poi dimenticarla, acquisendo la capacità di essere “presente” nel proprio corpo, nella propria voce. Il corpo deve essere in grado, nelle sue diverse parti e nella sua globalità, di re-agire senza impacci ed intoppi a stimoli fantastici e immediati. La voce deve nascere nel corpo per liberarsi nello spazio. Anticamente, si riteneva che la voce avesse origine dai fluidi interni e si coagulasse presso il cuore e il diaframma. È convinzione ancestrale, pertanto, che la voce provenga dal gorgoglio del sangue, dal suo ribollire vitale, entro cui ha luogo il movimento vitale del corpo. Prima di farsi voce della coscienza, la voce è richiamo del silenzio originario dei cui echi si è appropriata e che sostanziano il respiro naturale, il soffio che accompagna e sostiene la creazione del suono.
La voce viene prima della parola. Originandosi nei recessi più profondi e cavernosi del corpo, la voce è pulsione che tende a farsi suono articolato ma che proprio nell’atto articolatorio si nullifica in quanto pura potenzialità, condizione radicalmente altra dalla significazione rivestita del soffio vocalizzato. La voce in sé si sottrae pertanto al lògos, situandosi al di qua della soglia della coscienza.
La voce è suono, è l’elemento più profondamente sottile della materia percettibile e, in quanto volontà di dire, si traduce in volontà di esistere. La voce è fondamento della soggettività. Con la sua peculiarità timbrica, la voce è la dimensione materica della parola, ne è corpo, memoria, oblìo.
Amedeo di Sora