Atto unico liberamente ispirato a Il canto del cigno di A. Cechov scritto, diretto e interpretato da Amedeo di Sora con Annaclaudia Conte.
7 maggio 2012 – ore 21 Teatro “Le Salette”
Vicolo del Campanile, 14 Roma
Biglietto € 10
Un attore sessantenne. Una giovane aspirante attrice. Soli. In un teatro vuoto. Di notte.
Vasilij aveva scelto di essere attore con l'entusiasmo di un giovane nobile dall'animo ardente, per assaporare il “gusto” dell'arte teatrale, di una vita pervasa da passioni intense e da sete di conoscenza.
Irina dorme nei camerini, fa la suggeritrice e sogna di diventare attrice.
Vasilij ha scoperto da tempo che la “sacralità dell'arte non esiste” e cerca di colmare l'abisso di una disperata solitudine con risa, istrionismi, obliose sbornie e rovinosa routine.
Irina è giovane e bella. Con un futuro di speranze davanti a sé.
Come nelle grandi tragedie, in questa pièce liberamente tratta da Il canto del cigno di Anton Cechov, vi è armonia tra la vita e la morte e i personaggi, individui vitalissimi costretti a vivere in un mondo affetto da letargìa, sono costretti a drammatizzare ogni attimo, ogni minimo evento dell'esistenza per poter soddisfare l'appassionato desiderio di vivere che li anima nel profondo. E' per questo che la onnipresenza della morte non ha alcunché di negativo o di turpe: i personaggi, consapevoli del loro destino di mortali e, al tempo stesso, decisi a vivere intensamente il presente, sulla scena giocano l'eterna partita con la morte, nei confronti della quale essi sanno bene che perderanno, ma – e ciò è quello che più conta – non accetteranno mai di arrendersi.
Bisogna giocarsi la vita, unendo due differenti solitudini, fuggendo via da Mosca, di notte, a bordo di una salvifica carrozza... Dentro la vita... la morte... il teatro.