Quarantennale della Compagnia Teatro dell’Appeso

Quest’anno ricorre il quarantennale della Compagnia Teatro dell’Appeso, associazione culturale che ho fondato nel 1980 e di cui sono tuttora direttore artistico. Purtroppo, a causa della pandemia, gli eventi celebrativi che avevamo per tempo programmato rischiano di non poter essere effettuati. Nell’auspicio di poter realizzare almeno un evento importante per fine anno, non virtuale ma in presenza, perché il teatro è incontro e implica un “contatto” profondo tra “esseri viventi”, abbiamo pensato di rievocare in modo virtuale alcune tappe fondamentali della nostra storia e di ospitare, sul nostro sito ufficiale (www.teatrodellappeso.it) e su facebook, testimonianze scritte, corredate di foto o altro materiale visivo, di amiche ed amici che hanno fatto parte dell’associazione o che hanno collaborato strettamente con essa.

Sono quarant’anni che dura l’avventura del Teatro dell’Appeso. Un lungo, faticoso ed esaltante periodo in cui la Compagnia non ha solo prodotto numerosi e apprezzati spettacoli variamente allestiti in teatri e spazi artistici e culturali, oltre che in scuole, fabbriche, centri sociali e di igiene mentale, case circondariali e strutture sanitarie, in luoghi chiusi e all’aperto; ma ha anche organizzato scuole, corsi e laboratori di teatro, manifestazioni e festival di valenza regionale e nazionale. Inoltre, a testimonianza della vocazione interdisciplinare dell’associazione, sono stati prodotti e diffusi cortometraggi, documentari, libri, opuscoli, cd, che hanno ricevuto attestati e riconoscimenti in ambito territoriale e nazionale. 

Tutto nasce da un  manifesto di poetica, da me elaborato quarant’anni  fa, e che mi piace qui riportare:

<< Concedersi senza infingimenti… senza chiedere.

L’Appeso vive tra il Cielo e la Terra. Le sue bisacce versano monete d’argento e d’oro: l’Oro della Ragione, l’Argento dell’Anima.

Il Teatro dell’Appeso nasce dalla volontà di Sacrificio Totale e di Dispendio; ha origine dal rifiuto di tutto ciò che tende all’utile.

Un Teatro Inutile, quindi, che della Vita e della Morte vuol fare un Gioco.

Gli attori intendono giocare (jouer): essi sanno che, in fondo, “il mondo è come un bimbo che gioca a dadi” (Eraclito); essi non hanno alcuna voglia di recitare, perché si sentono cantanti, poeti, artisti… giocolieri.

Il Teatro dell’Appeso mai conterrà onesti lavoratori dello spettacolo.

L’attore ricerca il suo Corpo e la Parola; come Perseo dovrà troncare (per riuscire) la testa alla Menzogna.

L’alchimista-regista fonde e coagula una Materia capace di morire e di rinascere dalla nerezza cupa degli Abissi.

E forse, da questo certame d’amore nascerà l’Evento, ed il Testo sarà il risultato… se i singoli frammenti verranno regolati; se dal Caos si saprà giungere alla Forma; se gli opposti si placheranno in una Sintesi che mai sarà completa.  >>

 

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