Stage teorico-pratico diretto da Amedeo di Sora
sabato 6 aprile 2013 ore 15:30 – 18:30
c/o l’Associazione “Il Girasole”
via M. Mastroianni n° 351 scala B piano 1 int. 2 03100 Frosinone
Lo stage è rivolto ad attori e ad aspiranti attori già in possesso, comunque, di una sia pur minima esperienza teatrale. Essendo il numero degli allievi limitato a non più di 12 unità, qualora si rivelasse necessaria un’opera di selezione, è obbligatorio fornire un curriculum artistico-culturale.
Per informazioni e preiscrizioni, scrivere a: amedeodisora@gmail.com o telefonare al 360.960536.
AMEDEO DI SORA, poeta ed attore-regista teatrale , è direttore artistico della “Compagnia Teatro dell'Appeso” da lui fondata nel 1980 e con la quale ha partecipato a vari festival e rassegne teatrali di carattere nazionale ed internazionale, organizzando, altresì, importanti manifestazioni culturali e spettacolari. Studioso e ricercatore nel campo della vocalità e della verbalità, è stato allievo del Prof. Carlo Merlo già docente di Educazione della Voce presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. d’Amico”di Roma e di Elsa Fonda già docente di Dizione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Ha approfondito la sua ricerca sulla vocalità con importanti docenti ed artisti, tra i quali: Andrea De Luca, Germana Giannini, David Haughton, Yves Lebreton, , Kristin Linklater, Cathy Marchand. Svolge da trent’anni una costante opera di formazione teatrale.
La tecnica dell’attore è una disciplina interna. Innanzitutto, egli deve trovare un luogo libero dentro di sé, dove il flusso d’energia vitale scorra liberamente. Quindi, occorre che impari la “tecnica” per poi dimenticarla, acquisendo la capacità di essere “presente” nel proprio corpo, nella propria voce. Il corpo deve essere in grado, nelle sue diverse parti e nella sua globalità, di re-agire senza impacci ed intoppi a stimoli fantastici e immediati. La voce deve nascere nel corpo per liberarsi nello spazio. Anticamente, si riteneva che la voce avesse origine dai fluidi interni e si coagulasse presso il cuore e il diaframma. E’ convinzione ancestrale, pertanto, che la voce provenga dal gorgoglio del sangue, dal suo ribollire vitale, entro cui ha luogo il movimento vitale del corpo. Prima di farsi voce della coscienza, la voce è richiamo del silenzio originario dei cui echi si è appropriata e che sostanziano il respiro naturale, il soffio che accompagna e sostiene la creazione del suono. Avere coscienza della propria “voce naturale” e delle sue molteplici modalità espressive, ricercare il puro suono al di là del linguaggio articolato e codificato, è un’esperienza che deve precedere lo studio e l’esercizio della dizione, che mira ad ottenere un’espressione verbale chiara, precisa, espressiva e convincente, “giocando” sul valore fonico e semantico della “parola”. Ma è necessario che la “tecnica” non consista in stereotipi e cliché: deve essere personalizzata, peculiare all’esperienza di teatro che si sta “vivendo”, ottenuta attraverso un training corporeo, vocale e verbale diverso a seconda del teatro che si vuole perseguire. Si pone l’esigenza, pertanto, di un attore che sia anche “autore”, e cioè regista di se stesso, capace di tracciare segni di scrittura scenica: attore di un teatro composto di singolarità e di pluralismo.
Amedeo di Sora